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ENTE NAZIONALE PROTEZIONE ANIMALI
SEZIONE DI RAVENNA
Via Corti alle Mura 68
48121 - Ravenna (RA)
Tel. e Fax 0544/36944
Email: ravenna@enpa.org
A seguire trovate notizie e informazioni che ci pare possano interessare tutti coloro che amano gli animali e vivono a stretto contatto con loro.
La sezione è a disposizione di chiunque abbia domande da fare, curiosità da approfondire, richieste precise o, perchè no, consigli da dare; potete telefonare, venire a trovarci o scrivere una mail (in questo caso, vi risponderemo appena possibile, ma non garantiamo tempestività)
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A PROPOSITO DI ADOZIONIPremesso che la prima regola è avere rispetto per gli animali, ecco comunque alcuni semplici consigli da memorizzare e seguire quando si adotta un animale: 1. Educatelo fin dal primo giorno del suo arrivo a casa, basandovi soprattutto sul principio di premiare i buoni comportamenti: un cane o un gatto educato è un animale felice! 2. Dategli la possibilità di fare il necessario esercizio fisico tutti i giorni 3. Non obbligate un animale di razza a pelo lungo a vivere in luoghi molto caldi e non obbligate un grosso cane dinamico a stare chiuso in un appartamento 4. Evitate di lasciare l'animale da solo, quotidianamente, per più di otto ore 5. Se l'animale vive in una casa con bambini: non punitelo mai, né peggiorategli il trattamento, in presenza dei bambini; al contrario, cercate di abbinare alla loro presenza gli stimoli positivi (un biscotto, una carezza) non permettete che un animale diventi il "giocattolo" di un bambino non lasciate un bambino di età inferiore ai sei anni da solo con un cane, soprattutto se maschio e di taglia grande 6. In ogni caso, non lasciate mai un cane incustodito, per nessuna ragione e soprattutto se ci sono dei bambini in giro 7. E' importantissimo, per evitare situazioni che potrebbero provocare il fallimento della relazione con l'animale, stabilire regole sociali fin dal momento dell'adozione; regole somministrate con coerenza, che posizionano l'animale in modo chiaro ed inequivocabile all'interno della famiglia. Evitate, in poche parole, che il vostro cane assuma un ruolo dominante 8. Fate in modo di avere il controllo dell'animale in ogni momento 9. Ricordate che i cani e i gatti (soprattutto i cani) hanno bisogno di giocare col padrone e con i loro simili, ma bisogna fare in modo che questo avvenga senza che l'animale disturbi o spaventi altre persone o altri suoi simili 10. Fate visita periodica al vostro veterinario di fiducia 11. Fate in modo che l'animale faccia l'adeguata profilassi vaccinale e antiparassitaria 12. Prendete i provvedimenti necessari ad evitare cucciolate indesiderate 13. Un buon padrone ricorda sempre che non tutti amano gli animali e rispetta le esigenze e i punti di vista degli altri: procuratevi che il vostro cane non disturbi abbaiando o in qualsiasi altro modo; raccogliete le deiezioni e, se necessario, fate in modo di allontanarlo quando incrocia altre persone per strada, magari scendendo temporaneamente dal marciapiede o facendovi da parte. Ricordate che, qualsiasi danno l'animale procuri, è il padrone ad esserne responsabile; per questo è opportuno fare un'assicurazione (per alcune razze di cani questa è addirittura obbligatoria). 14. Iscrivete il cane all'anagrafe canina 15. Evitate il più possibile la detenzione del cane alla catena (qualora sia necessaria, ricordate che la catena deve essere mobile, con anello agganciato ad una fune di scorrimento di una certa lunghezza e che comunque deve assicurare all'animale un'ampia possibilità di movimento). 16. Non eccedete in giochi che eccitano il cane (es. "tira e molla").
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QUANDO IL CANE SCAPPA O SI SMARRISCELa Legge Regionale 27/2000 prevede sanzioni molto alte per cani che scappano e che quindi risultano incustoditi con conseguenti pericoli per la viabilità e l'incolumità pubblica. Chiunque lascia liberi o non custodisce con le debite cautele gli animali da lui posseduti o ne affida la custodia a persona inesperta, è punibile con una sanzione amministrativa (art. 672 del Codice Penale). Lo smarrimento del proprio cane deve essere segnalato entro tre giorni all'Ufficio Anagrafe Canina del Comune fornendo con precisione il numero di tatuaggio o del microchip. Per ritrovare il vostro cane, in primo luogo chiamate la Polizia Municipale e il Canile Comunale (tel. 0544/453095) e se non ricevete risposta perché gli operatori sono impegnati nelle mansioni quotidiane lasciate un messaggio in segreteria; affliggete volantini nella zona, con la descrizione dell'animale e inviate l'annuncio di smarrimento ai giornali locali.
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CESSIONE DEL CANEIl passaggio di proprietà di un cane deve essere segnalato entro 15 giorni all'Ufficio Anagrafe del Comune e, se il cane è stato preso dal Canile Municipale, è opportuno informare anche il canile stesso.
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QUANDO SI ESCE CON IL CANEIn tutte le strade cittadine (centro, periferia, semi-periferia) i cani devono essere tenuti al guinzaglio. A Ravenna, il vigente Regolamento comunale di igiene veterinaria prevede che nelle strade molto affollate dal pubblico o comunque in occasione di mercati, fiere, sagre, feste, nei pubblici esercizi e sui mezzi di trasporto collettivo, i cani, oltre che condotti al guinzaglio, debbano essere muniti di museruola, per impedire all'animale di mordere. I proprietari di locali pubblici e commerciali possono indicare con appositi cartelli il divieto oppure la possibilità di accesso ai cani, i quali comunque non possono entrare in negozi di vendita e somministrazione di alimenti e bevande. Le Ordinanze comunali in vigore vietano espressamente anche l'accesso degli animali in strutture sanitarie. L'accesso ai cani è consentito solo nelle aree espressamente riconosciute come "Aree verdi per i cani" e contraddistinte e segnalate da appositi cartelli (Aree verdi per i cani nella città di Ravenna). In ogni altra area di verde pubblico o giardino pubblico non segnalata, l'accesso ai cani e ad altri animali, anche se tenuti al guinzaglio o condotti a mano, è vietato. Gli accompagnatori dei cani e di altri animali sono obbligati a raccogliere totalmente dal terreno pubblico le feci dell'animale tramite le apposite palette igieniche, bastoni ecologici o altri strumenti idonei e a depositarle nei cassonetti porta-rifiuti tramite l'apposito sacchetto. Sono previste sanzioni per chi non rispetta le ordinanze. Ricordiamo che i cani hanno bisogno di uscire e di "sgambare". Se in particolari periodi i proprietari non possono garantire loro questa fondamentale attività è possibile avvalersi dell'aiuto di dog-sitter, persone disponibili a garantire le passeggiate quotidiane del cane, i cui recapiti sono reperibili presso di noi, oppure rivolgendosi al Canile Municipale e molto spesso anche sui giornali di annunci locali.
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QUANDO SI USANO MEZZI DI TRASPORTOIl trasporto e la custodia degli animali deve avvenire con modalità adeguate alla specie e con esclusione di ogni sofferenza, garantendo areazione, somministrazione di acqua, cibo e soste in caso di viaggi prolungati, evitando l'esposizione ai raggi solari e alle fonti eccessive di calore freddo. I mezzi di trasporto e i contenitori devono essere costruiti in modo tale da proteggere gli animali dalle intemperie e da forti variazioni climatiche e garantire all'animale lo spazio sufficiente per restare in posizione naturale e per coricarsi. L'art. 169 del Nuovo Codice della Strada consente di trasportare liberamente in auto un solo animale per volta, sul sedile posteriore in quanto non deve costituire pericolo per il conducente. Se si trasportano più animali sui veicoli a motore a quattro ruote, devono essere custoditi in apposita gabbia o contenitore o nel vano posteriore, appositamente diviso dal posto di guida da una rete od altro analogo mezzo idoneo. Se installati in via permanente, tali mezzi divisori devono essere autorizzati dal competente ufficio provinciale della Direzione Generale della Motorizzazione Civile. In caso di trasporto di cani o gatti su veicoli a motore su due ruote, il conducente deve avere libero uso delle braccia, delle mani e delle gambe, deve stare seduto in posizione corretta e deve reggere il manubrio con ambedue le mani, ovvero con una mano in caso di necessità per le opportune manovre o segnalazioni. Il trasporto di cani e gatti è consentito purché l'apposita gabbia o contenitore sia solidamente assicurata, non sporga lateralmente o longitudinalmente rispetto alla sagoma del veicolo e non impedisca o limiti la visibilità al conducente. Nei mesi estivi non bisogna mai lasciare il cane o il gatto nell'auto in sosta, nemmeno con i finestrini un po' aperti: le alte temperature potrebbero indurre il classico "colpo di sole" con conseguente aumento della temperatura corporea, fino al collasso. In questo caso l'animale va subito portato dal veterinario, ma nel frattempo possono risultare utili impacchi freddi su tutto il corpo. Sui trasporti pubblici possono viaggiare solo animali di piccola taglia, se tenuti in braccio, con la museruola e provvisti di normale biglietto. Possono viaggiare accompagnando il padrone e senza pagare alcun biglietto, i cani per ciechi e/o persone disabili.. Per quanto riguarda il trasporto sul treno (www.trenitalia.com), le Ferrovie dello Stato ammettono il trasporto gratuito, sia nella prima che nella seconda classe, di piccoli animali racchiusi in appositi contenitori di dimensioni non superiori a cm 70x50x30, i quali devono essere confezionati in maniera tale da escludere qualsiasi lesione o danno sia ai viaggiatori che alle vetture; relativamente all'Eurostar, è ammesso il trasporto di cani di piccola taglia, ma con contenitori più piccoli (32x32x50) I cani guida dei ciechi sono ammessi in qualunque treno e classe e il trasporto di cani di piccola taglia è consentito nei vagoni letto e negli scompartimenti in uso esclusivo, con il pagamento del biglietto. Per il trasporto in nave e traghetto non esiste un'apposita normativa; occorre informarsi sulle condizioni stabilite dalla Compagnia di navigazione con cui si viaggia. In genere, il trasporto è gratuito; può essere però vietato l'accesso alle cabine e in questo caso viene previsto l'utilizzo di spazi ed aree riservati; il mantenimento e le cure sono a carico del proprietario. Per tutti i collegamenti è richiesto il certificato veterinario attestante che l'animale non sia affetto da malattia; per i collegamenti con la Sardegna è richiesto il certificato veterinario di vaccinazione antirabbica. Un'apposita normativa non esiste nemmeno per quanto riguarda il trasporto aereo; alcune regole vengono fornite dal regolamento sull'assistenza di bagagli particolari dell'Associazione IATA; generalmente gli animali devono essere trasportati nel reparto bagagliaio, ma, su richiesta del passeggero, può essere consentito eccezionalmente il trasporto in cabina, purché siano rispettate le condizioni imposte e solo per esemplari di piccole dimensioni. Nel sito www.ministerosalute.it, nella sezione "Cani, gatti e…", si può trovare un vademecum per i viaggiatori a quattro zampe in Italia e all'estero.
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QUANDO SI VUOLE ANDARE IN VACANZASe si decide di partire da soli e quindi di usare "pensioni per animali" è bene ricordarsi di non aspettare il periodo delle vacanze: è meglio fare delle verifiche nei fine settimana precedenti; riportato in un pensionato la seconda volta, l'animale darà già chiari segni del suo gradimento o meno; ricordiamoci che ci sono animali che, in un ambiente diverso da quello conosciuto e senza padrone, rifiutano il cibo. Se si viaggia in compagnia del proprio animale, dal 1° ottobre 2004 per viaggiare in Europa è obbligatorio il passaporto. Questo nuovo documento, che contiene una parte anagrafica e prevede anche la fotografia dell'animale, è stato introdotto dal Regolamento comunitario 998/2003 per garantire maggiore sicurezza contro i rischi legati alla circolazione degli animali da compagnia (cani, gatti e furetti) e viene rilasciato dal Servizio Veterinario dell'AUSL. E' consigliabile avere con sé anche il libretto sanitario rilasciato dal proprio veterinario, sul quale sono registrate tutte le vaccinazioni. Per alcuni Paesi e Regioni italiane, occorre avere preventivamente sottoposto l'animale alla vaccinazione antirabbica. E' bene portare sempre con sé una foto recente dell'animale: se lo si dovesse perdere, la foto può essere d'aiuto. Inoltre, è opportuno scrivere sul collare il numero di telefono, l'indirizzo e il recapito durante le vacanze. Sono ormai molte le strutture alberghiere e turistiche che accettano la presenza di cani. In libreria esistono guide che segnalano hotel, campeggi e agriturismi che accettano gli animali, così come è possibile effettuare una ricerca mirata su internet (per es. www.perilmondo.it). Le norme sanitarie sul trasporto all'estero degli animali sono comunque molto rigide e dettagliate: esistono certificazioni e prescrizioni che cambiano da Paese a Paese e anche la normativa italiana richiede una procedura specifica sul passaggio di frontiera di ogni animale. Consigliamo i proprietari che vogliono recarsi all'estero con il proprio animale di rivolgersi al Servizio Veterinario dell'Azienda USL territorialmente competente. Nel sito www.canigattienoi.provincia.bologna.it, nel settore "Informazioni", è pubblicato un elenco di paesi stranieri con le rispettive regole per introdurre animali. In ogni caso, almeno un mese prima del viaggio assicuratevi che tutte le vaccinazioni siano aggiornate; due settimane prima chiedete al vostro veterinario se è il caso di somministrare all'animale un vermifugo e preparate una valigetta per il pronto soccorso (gocce per le orecchie, farmaco anti-diarrea/nausea ed eventualmente un siero anti-veleno). Ricordate che durante il viaggio è consigliabile tenere a digiuno l'animale per limitare il rischio di vomito (a meno che il viaggio non si prolunghi oltre le 12 ore), dunque dategli un pasto leggero una decina di ore prima di partire. Nel periodo estivo si accentua il problema dell'abbandono degli animali domestici. L'abbandono degli animali è punito dalla legge: chi li abbandona in strade e autostrade rischia di creare incidenti e far morire, oltre all'animale, anche gli esseri umani. Le forze dell'ordine sono impegnate a contrastare il triste fenomeno dell'abbandono controllando che i cani siano identificati e che siano trasportati con le modalità di sicurezza previste.
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IL PASSAPORTO PER ANIMALI DA AFFEZIONE A RAVENNAIn base al regolamento CE n° 998/2003 del 26.05.2003 viene stabilito l'obbligo dal 01.01.2004 del passaporto per i movimenti non commerciali intra-comunitari di cani, gatti e furetti. Il passaporto viene prodotto e rilasciato dall'Area di Sanità Pubblica Veterinaria dell'A.U.S.L. Il rilascio del documento, per i comuni di Ravenna, Cervia e Russi, viene effettuato presso la struttura sita in via Berlinguer, 5 di Ravenna, nelle giornate di Martedì dalle 8.30 alle 9.30 Giovedì dalle 8.30 alle 9.30 Sabato previo appuntamento telefonando al 0544 286857 Per ottenere il passaporto è necessario presentarsi presso l'ufficio con: l'animale oggetto di movimento/scambio il libretto sanitario dell'animale (o eventualmente certificato sostitutivo) che attesti l'avvenuta vaccinazione antirabbica; nel caso che l'animale in questione sia un cane è necessaria anche la vaccinazione contro il cimurro l'attestato d'iscrizione all'anagrafe il certificato di avvenuto inserimento del microchip Il costo della prestazione è di 5 Euro e viene addebitato tramite invio a domicilio di una nota di addebito, previo rilascio dei dati del proprietario comprensivi del codice fiscale.
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ALCUNI CONSIGLI PER EVITARE SPIACEVOLI PROBLEMI CON I CANIMai avere interazioni troppo intense con cani altrui Mai accedere ad un cancello o infilare una mano o un braccio in una proprietà dove si trova un cane, anche se in altre occasioni si è giocato con lui Mai correre verso un cane che non si conosce; meglio aspettare che sia lui ad avvicinarsi Non disturbare una femmina con i cuccioli Imparare a riconoscere i segnali di aggressività: un cane di solito comunica che è male intenzionato, prima di aggredire, alzando il pelo, ringhiando e/o mostrando i denti Quando si incontra un cane, anche se è al guinzaglio con il padrone, bisogna rispettare alcune regole e non si deve mai toccarlo immediatamente sulla testa o sul collo. Per diventare "amici" è opportuno lasciargli annusare un po' la nostra mano, magari avvicinandogliela al muso lentamente, partendo dal basso (così la vede e ha tempo di capire che non abbiamo cattive intenzioni); Se rimane tranquillo, allora si può cominciare ad accarezzarlo, cominciando dai fianchi e sulle guance, dove gradisce di più le carezze. In ogni caso, evitate sempre movimenti bruschi, grida e forti risate. Non correre mai di fronte ad un cane, soprattutto se non vi conosce; può interpretare male il comportamento ed essere tentato a rincorrervi.
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NORME COMPORTAMENTALI DI BASE PER IL RISPETTO DEL BENESSERE ANIMALE NELL'ALLEVAMENTO EQUINONel corso degli ultimi anni l'utilizzazione del cavallo nell'equitazione ha avuto un notevole incremento e, di conseguenza, si è diffuso enormemente il numero di coloro che si sono cimentati nell'allevamento equino. Purtroppo, come in tutte le categorie, anche in questa si evidenziano persone che si ostinano ad occuparsi di animali senza avere idee abbastanza chiare sul modo corretto di allevarli, creando così i presupposti per il verificarsi di situazioni nelle quali non viene rispettato il benessere dell'animale. A volte l'ignoranza, la trascuratezza e l'indifferenza possono essere responsabili e causa di maltrattamenti inflitti al fedele compagno, quando ad evitare ciò sarebbe sufficiente il rispetto di alcune e semplici norme comportamentali che tengono conto delle sue esigenze peculiari. Tali norme riguardano essenzialmente tre aspetti: ricovero dell'animale, alimentazione e cura. Ricovero dell'animale L'allevamento del cavallo può avvenire al chiuso, in scuderia, all'aperto o in forma mista, con l'utilizzo di ricoveri annessi a paddocks esterni ai quali il cavallo può accedere liberamente. Nell'allevamento in scuderia si raccomanda di porre attenzione alla cubatura, che deve essere tale da favorire un energico ricambio d'aria; occorrono pertanto soffitti alti (4 mt. e oltre) e numerose finestre apribili dall'alto al basso o comunque in modo tale che l'aria esterna, penetrando, non colpisca direttamente il corpo dell'animale. I ricoveri devono essere sufficientemente ampi, ben arieggiati e, soprattutto, asciutti; non importa se sono freddi, purché siano forniti di abbondante lettiera pulita. I capannoni senza soffitto, coperti unicamente da un tetto alto, rispondono meglio a queste esigenze rispetto a scuderie, spesso più costose, ma troppo calde e umide. L'eccesso di caldo che si accumula in ambienti angusti, l'elevata umidità ambientale e le correnti d'aria sono fattori che nel cavallo favoriscono l'insorgenza di patologie respiratorie e linfoghiandolari. Il pavimento della scuderia deve essere privo di asperità, facilmente lavabile, ma asciutto, non sdrucciolevole e ricoperto di lettiera pulita, preferibilmente di paglia, in quantità abbondante soprattutto nei mesi invernali. Se alla scuderia non è annesso direttamene un parchetto esterno al quale il cavallo possa accedere liberamente, allora diventa indispensabile il quotidiano intervento dell'uomo, affinché l'animale possa muoversi per almeno un paio d'ore al giorno anche nei mesi invernali. Nell'allevamento all'aperto è comunque indispensabile la presenza di almeno una tettoia riparata, che possa proteggere l'animale sia dalle intemperie che, sopratutto, dalla calura estiva. Le recinzioni che contengono gli animali devono essere sufficientemente robuste, onde evitare che gli animali più irruenti possano abbatterle, inoltre, devono essere costruite in modo da evitare la presenza di sporgenze, chiodi non ben ribaditi e angoli troppo angusti dove gli animali, specie se in gruppo, possano farsi male. Le mangiatoie e gli abbeveratoi devono essere facilmente lavabili e le porte, preferibilmente scorrevoli, devono essere sufficientemente larghe per consentire un agevole passaggio anche degli animali più grossi. Alimentazione In condizioni naturali il cavallo vive al pascolo e si alimenta esclusivamente di erbe. Questo regime alimentare può essere sufficiente per un cavallo allo stato libero, ma non durante l'inverno, quando la scarsità del manto erboso determina una malnutrizione dell'animale. La stessa alimentazione a base di sola erba può non essere sufficiente nella stagione calda, se il cavallo viene sottoposto ad un'intensa attività sportiva. In questi casi è necessaria un'alimentazione supplementare che, oltre all'erba e al fieno, comprenda anche avena e crusca, che sono alimenti ben più energici. Le quantità, logicamente, variano sia con la mole dell'animale sia con l'entità dell'attività svolta. La modesta capacità dello stomaco del cavallo richiede necessariamente la distribuzione dell'alimento in diversi pasti regolari nel corso della giornata e, preferibilmente, alla stessa ora essendo il cavallo un animale estremamente abitudinario che, se non assecondato, può patire seri scompensi digestivi e scadimento delle condizioni generali. Si consiglia di distribuire la razione alimentare in almeno 2 o 3 pasti giornalieri, lasciando sempre a disposizione per la notte una sufficiente quantità di fieno in modo che il cavallo possa nutrirsi ogni volta che crede ed evitare che lo stomaco rimanga particolarmente vuoto. Bisogna inoltre far molta attenzione agli animali allevati in gruppo perchè, se non correttamente alimentati, si possono verificare fenomeni di aggressività per l'accaparramento del cibo e i soggetti più timidi e deboli possono facilmente essere sopraffatti. Acqua fresca e pulita deve, naturalmente, essere sempre a disposizione. Cure Oltre alle sopra elencate norme di comportamento, si deve tenere presente anche che ogni cavallo è un individuo a sé, con una propria personalità e un proprio carattere e, dopo il cane, è forse la specie animale che più si lega sentimentalmente all'uomo e gradisce la scambio di attenzioni affettive. Inoltre il cavallo soffre molto la solitudine, pertanto è bene non lasciare mai un animale da solo, ma, se non gli si può far godere la compagnia di altri equini, può essere sufficiente anche quella di un cane, un gatto, una capra e persino di volatili, purché in grado di fornire all'animale quel minimo di distrazione e non farlo sentire veramente solo. In ogni caso, la presenza umana deve essere più frequente possibile, al fine anche di poter verificare regolarmente le condizioni di salute del cavallo (se si alimenta normalmente, se evacua con regolarità, se assume segni o atteggiamenti che possono far pensare a qualche irregolarità funzionale) e richiedere il più celermente possibile le cure sanitarie necessarie. Il cavallo è l'animale più facilmente soggetto a coliche addominali, le quali insorgono repentinamente e possono portarlo anche alla morte. Di fondamentale importanza è inoltre la verifica dello stato del piede, in quanto lo zoccolo è a crescita continua ed è soggetto ad assumere aspetti irregolari che richiedono frequenti interventi di pareggiatura, soprattutto in quei soggetti che effettuano scarso movimento.
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COLOMBI IN CITTA' - CONSIDERAZIONI UTILIPremessa La sovrappopolazione e l'"esplosione demografica" dei colombi nelle città sono dovute ad un coordinato interagire di numerosi fattori favorenti il loro insediamento e la loro moltiplicazione. Si tratta di una situazione polifattoriale e bisogna trarre la conclusione che anche gli interventi devono essere di tipo polifattoriale. In altri termini è necessario avere ben chiaro il fatto che nessun intervento singolo, anche il più drastico e pesante (ad esempio lo sterminio di tutti i colombi di una città), avrà un effetto sicuro e duraturo. Inoltre, bisogna prevedere che gli interventi polifattoriali siano coordinati e modulati alle singole situazioni locali. Si deve infatti affermare chiaramente che non esiste un problema di colombi in città, ma esistono tanti problemi quante sono le città e, inoltre, i problemi evolvono con le città. Non esiste cioè un problema di colombi in città, ma città con problemi di colombi. Fatta questa premessa accenneremo a singoli mezzi di intervento atti a controllare le popolazioni dei colombi nelle città che suddivideremo in due grandi capitoli: aspetti tecnici e aspetti organizzativi. Interventi di controllo - Aspetti tecnici Interventi di tipo culturale "Non appena l'uomo costruì il primo tempio, su questo si insediò una coppia di colombi." E' questa un'affermazione di difficile…dimostrazione, ma tutto la fa ritenere vera. Il ruolo dei colombi nella religione (dalla colomba lanciata da Noè alle colombe sacre della dea Afrodite, solo per fare alcuni esempi), nei miti (il suo simbolo di pace), nell'iconografia e nella "scenografia" moderna (chi potrebbe immaginare Piazza San Marco senza colombi? Sarebbe l'immagine di una città…morta) sono alcune dimostrazioni dell'importanza culturale del colombo. Inoltre, il colombo si dimostra essere uno dei pochi animali "sinantropi graditi", che vivono liberamente nelle città e che riscuotono un diffuso consenso di favore. Per questo motivo esiste l'esigenza alla loro presenza e quindi il problema fondamentale è quello di un loro "controllo". Qualunque intervento sulle popolazione dei colombi di città deve essere preparato, sostenuto e accompagnato da interventi di tipo "culturale". Possono essere utili alcune puntualizzazioni. Chiarire sempre (e sovente ripetere) che l'obiettivo è quello di un "controllo" della popolazione; voler controllare la popolazione umana non vuol dire non amare l'uomo, anzi significa permettergli migliori condizioni di vita. Richiamare gli aspetti positivi dei colombi di città (elementi di vita per ambienti altrimenti "devitalizzati", spettacolo ed "elementi scenografici" di aree urbane, funzioni simboliche di pace, ecc.) Sottolineare gli aspetti negativi: a) sporcizia di strade, piazze e cittadini; b) degrado dei monumenti; c) disagi e rischi di incidenti; d) rischi sanitari; e) consumo di cibo. Richiamare la necessità di una partecipazione attiva della popolazione per quanto riguarda alcuni interventi che verranno dopo indicati (distribuzione di alimenti, manutenzione delle abitazioni). La strada di attuazione degli interventi culturali deve comunque essere adattata alle specifiche esigenze di ogni singola città. Si devono utilizzare tutti i possibili canali di informazione: giornali, radio e televisioni locali, convegni e riunioni. Molto importanti sono gli interventi a livello di scuole e scolaresche. Sono possibili anche manifesti con slogan adatti, che devono sempre sottolineare gli aspetti positivi degli interventi e l'importanza della collaborazione dei cittadini. Per le stesse vie dovranno venire utilizzati i dati dei censimenti. Censimenti La necessità di censimenti è assoluta. In via preliminare, questi servono a chi eseguirà gli interventi per avere la dimensione del problema. Inoltre servono per informare l'opinione pubblica del grado di "esplosione demografica" a cui si è giunti e quindi, indirettamente, a giustificare gli interventi stessi. Successivamente, i censimenti servono a controllare l'efficacia degli interventi ed anche a programmarne il mantenimento e soprattutto l'intensità. A prescindere dal fatto che non è né auspicabile né possibile eliminare tutti i colombi, va notato che l'efficacia degli interventi tende a diminuire mano a mano che la popolazione diminuisce. Sulla base del costo dei singoli interventi e della loro efficacia deve venir stabilito il bilancio degli effetti positivi/negativi degli interventi stessi. Senza entrare in dettagli sulle tecniche di esecuzione dei censimenti, è necessario ricordare la necessità di compierli in condizioni per quanto possibili uniformi al fine di poter comparare i dati ricavati in tempi successivi e quindi effettuare un significativo controllo dell'efficacia degli interventi effettuati. Controllo dell'alimentazione Accanto alla presenza di spazi per la nidificazione e la protezione da animali predatori ed agenti nocivi offerti dalle città ai colombi, la disponibilità di alimenti è uno dei principali elementi di stazionamento dei colombi nella città e soprattutto è un importante elemento di stimolo alla loro moltiplicazione. Non va tuttavia sottovaluto che i colombi che nidificano in città di piccole e medie dimensioni si alimentano anche negli spazi agricoli circostanti. Per un controllo della popolazione dei colombi di città è molto importante convincere la popolazione cittadina a non dare alimenti ai colombi. Per arrivare a questo è necessaria un'adatta campagna di educazione, che deve puntare su diversi elementi. Innanzitutto è bene sottolineare che gli alimenti che di solito vengono distribuiti (pane, pasta, ecc.) non sono adatti ai colombi, in quanto carenti di molti principi nutrizionali indispensabili. Inoltre, la facile disponibilità di questi alimenti distoglie il colombo dal ricercarne altri (ad esempio chioccioline dei generi Pupe, Pisania, ecc., insetti, ecc.) che in natura, più o meno costantemente, equilibrano le granaglie. Da qui l'insorgenza di avitaminosi e disvitaminosi, carenze nutrizionali e facilitazione di malattie, spesso evidenti alle zampe. La distribuzione incontrollata di cibo porta infine alla concentrazione dei colombi in luoghi della città che non sono adatti alla loro presenza. Una qualsiasi campagna educativa volta ad impedire un'alimentazione incontrollata di colombi, anche per motivi psicologici deve essere accompagnata da una distribuzione controllata di alimenti nelle aree cittadine e nelle quantità che saranno ritenuto opportune. Con questo si ha inoltre il vantaggio di tenere sotto controllo il numero di colombi e poter eseguire eventuali trattamenti con farmaci antifecondativi. In questa alimentazione "controllata" bisogna impiegare alimenti più adatti del semplice mais (carente in proteine e vitamine, squilibrato per minerali, spesso inquinato da micotossine) e ricorrere a miscele di granaglie od a miscele di granaglie e mangimi composti integrati pellettati (peraltro anche meno costosi, di norma, del semplice mais). Al fine di eliminare l'alimentazione incontrollata da parte dei cittadini è bene ricordare che in diverse città chi compie tale alimentazione è soggetto a penalità , se non addirittura a mesi di reclusione (p.es. San Francisco - Simms, 1979). Controllo dei luoghi di nidificazione Soprattutto nei centri storici esistono numerosi edifici che per le loro caratteristiche costruttive offrono le condizioni ideali alla nidificazione del colombi "di piazza". Si tratta soprattutto dei sottotetti di chiese, palazzi ed edifici monumentali, ma anche di anfrattuosità di tipo "architettonico". E' importante eseguire un'efficacie opera rivolta ad impedire questa nidificazione. Nei limiti del possibile è necessario chiudere le aperture di accesso ai sottotetti, se non con opere murarie, anche per rispetto all'estetica ed alle esigenze architettoniche, almeno con fitte e robuste reti di plastica. Questa opera di prevenzione va ovviamente eseguita assieme ad una completa eliminazione dei nidi e con una pulizia dei locali dallo sterco di colombi. Soprattutto se si tratta di edifici antichi ci si può trovare di fronte ad un problema non piccolo e viene spesso citato il caso di un edificio londinese dal quale sono stati asportate ben cinquanta tonnellate di "guano" (Simms, 1979). Questa operazione è importante perché permette anche di prevenire un inconveniente della distruzione dei nidi e cioè la successiva "migrazione" di parassiti dei colombi che, privati dei loro naturali ospiti, scendono ai piani inferiori e vanno a parassitare (transitoriamente) gli abitanti. Tipico è il caso delle zecche, che arrivano a "migrare" sull'uomo uno ed anche due anni dopo la distruzione o chiusura di una colombaia. Il "guano" recuperato, poi, può essere usato in agricoltura come concime, analogamente al concime di polli, con un recupero almeno parziale delle spese di asporto. Considerata la grande "sedentarietà" dei colombi, una drastica riduzione, se non la completa eliminazione dei luoghi di nidificazione, ha riflessi determinanti ai fini di un controllo delle popolazioni urbane. Unitamente al controllo dell'alimentazione costituisce il substrato indispensabile ad ogni altro ulteriore intervento. Uso di "repellenti" fisici e chimici Per "repellente" va inteso qualsiasi mezzo, di tipo strutturale, fisico, chimico, ecc. che, senza danneggiare il colombo, lo dissuade dall'appollaiarsi, fermarsi, ecc. nel luogo trattato. Va subito sottolineato che si tratta sempre di mezzi con attività limitata e che, al più, "spostano" il problema, senza risolverlo. Si può proteggere un edificio od una sua parte o difendersi da un insediamento, ma il problema non viene risolto nella sua globalità: tipico è l'esempio delle reti poste alle entrate delle gallerie pedonalizzate (ad esempio la Galleria di Milano) che impediscono l'entrata dei colombi, oppure delle reti che proteggono le statue poste sulle porte di alcune chiese monumentali. Dato che i repellenti possono aiutare nella soluzione di alcuni casi particolari, ne daremo un rapido cenno. - Sovrapposizione ai cornicioni di lamiere di acciaio inossidabile con una pendenza di 45° che impedisce il posarsi dei colombi. - Chiusura delle aperture con reti di plastica, per quanto possibili invisibili e non deturpanti. - Installazione di strisce di polietilene con inserite punte finissime di acciaio inossidabile o plastica che impediscono ai colombi di posarsi. Si applicano su sporgenze e cornicioni, sono assai poco visibili, facilmente posizionabili nonché di lunga durata.. - Installazione di fili percorsi da corrente elettrica e situati in zone in cui i colombi si appollaiano. Analogamente ai recinti elettrici per animali da pascolo, la corrente elettrica deve essere a basso voltaggio e indurre solamente un effetto sgradevole. Non bisogna sottovalutare il costo di regolari controlli e soprattutto di una manutenzione degli impianti, che pertanto potranno venir usati solo in casi molto particolari. - Applicazione di repellenti di tipo chimico su cornicioni e parti di edifici monumentali non proteggibili con mezzi fisici. Sono stati proposti derivati del naftalene, tintura di capsico, cloruro di calcio, materie grasse. A prescindere da eventuali incompatibilità con il materiale sul quale i repellenti devono venir applicati (azioni corrosive o coloranti, soprattutto sui marmi) si tratta di interventi che hanno bisogno di applicazioni ripetute. Secondo quanto risulta dall'esperienza inglese, in casi particolari è utile usare un gel plastico, morbido ed inerte che contiene una resina ureica, una resina formaldeide ed una resina espossidica; il gel plastico, deposto come striscia su cornicioni, parti superiori di statue, ecc. è morbido e non è gradito ai colombi e nelle condizioni climatiche inglesi rimane attivo almeno quattro anni. - Emissione di ultrasuoni. Si tratta di impianti di recente invenzione e ancora sperimentali che emettono frequenze ultrasoniche che disturbano il colombo e lo inducono ad allontanarsi. Costano molto, hanno un limitato raggio d'azione, i colombi mostrano di abituarsi e tutt'al più possono servire per la protezione di spazi ristretti. Catture e uccisioni dei colombi Va subito detto che qualunque sistema di riduzione delle popolazioni dei colombi che consideri una loro eliminazione ha solo un effetto temporaneo. Il ritmo moltiplicativo del colombo, infatti, è rilevante ed anche una distruzione annuale del 50% degli animali è automaticamente riempita dal normale ritmo riproduttivo. Vengono rapidamente colmati dalla riproduzione e da spostamenti di colombi da zone circostanti anche "vuoti" di maggiore entità. Non va inoltre dimenticato l'aspetto "psicologico" negativo e di solito avversato di uccisioni e catture. Controllo farmacologico della fertilità dei colombi Il problema del controllo dei colombi nelle città ha spinto alla ricerca di farmaci capaci di indurre una sterilizzazione temporanea e con i quali ottenere un controllo della riproduzione. L'uso di farmaci capaci di controllare la riproduzione dei colombi, oltre a non comportarne l'uccisione, si rivela interessante anche per quanto riguarda la dinamica della popolazione, poiché permette agli animali sterilizzati di esercitare competizione per lo spazio ed il cibo e può essere manipolato in modo tale da mantenere il numero dei colombi ad un livello compatibile con l'ambiente. Le abitudini sedentarie dei colombi rendono il trattamento per via orale di una grande quantità di animali relativamente facile ed efficace, a patto che l'alimento distribuito sia gradito e che non sia disponibile cibo più appetibile nei dintorni. I farmaci attivi sul sistema riproduttore del colombo possono essere di natura ormonale e non ormonale. Tra i farmaci che rivestono un'importanza applicativa devono essere ricordati gli estrogeni, i progestinici, l'azacolesterolo ed il busulfan. Interventi di controllo - Aspetti organizzativi Il lungo elenco di mezzi proposti per il controllo delle popolazioni dei colombi di città dimostra che nessuno di questi è assoluto; pochi inoltre raccolgono molte delle caratteristiche positive che sarebbero auspicabili. Se così non fosse, non si discuterebbe più del problema, che sarebbe già risolto. Il controllo risiede in un coordinato interagire di diversi interventi. La loro scelta come tipo, intensità d'azione, ripetizione e così via deve venir calibrata e modulata in rapporto alle condizioni ambientali (struttura urbanistica, clima, ecc.) e sociali. Come ogni città ha il "suo" problema di colombi, così ogni città deve trovare la "sua" soluzione. Questo però non esclude che vi siano alcune linee comuni d'azione, ben collaudate, che possono essere prese in considerazione. La prima fase per un efficace controllo delle popolazioni di colombi di una città deve riguardare tre aspetti, tra loro più o meno coordinati: 1) censimento delle popolazioni di colombi; individuazione di luoghi di nidificazione; situazione dell'alimentazione "spontanea" da parte della popolazione. 2) individuazione e quantificazione dei danni provocati dai colombi ed identificazione di chi subisce tali danni, soprattutto quelli di tipo "urbanistico". 3) sensibilizzazione al problema della pubblica opinione e dei soggetti passivi dei danni dei colombi. La seconda fase comporta lo studio di un piano dettagliato operativo che deve partire da alcuni obiettivi chiaramente identificati sulla base della prima fase. In particolare si dovrà stabilire: 1) le zone in cui intervenire (tutta la città, solo il centro storico, ecc.); 2) gli interventi di tipo legislativo (a livello comunale) per il controllo dell'alimentazione spontanea da parte di cittadini e l'eventuale "licenza" per l'alimentazione controllata in punti prestabiliti; 3) gli interventi atti a controllare i luoghi di nidificazione; distruzione di quelli esistenti, impedimento di un reinserimento, ecc.; competenza degli interventi (come eseguirli, come controllarli, ecc.); 4) la necessità o meno di interventi "diretti" sui colombi e l'eventuale scelta del metodo, con preferenza per il controllo farmacologico della fertilità, con scelta di uno dei farmaci attualmente disponibili; 5) attenta e puntuale informazione della cittadinanza (al fine di avere il consenso pubblico, senza il quale non è possibile avere successo). La seconda fase di tipo prevalentemente decisionale può essere breve, ma ha una durata condizionata dal tempo dell'informazione e sensibilizzazione della cittadinanza. La terza fase comporta l'esecuzione degli interventi, protratti nel tempo. In questo periodo devono venir effettuati regolari controlli per modulare gli interventi, sia come intensità sia come frequenza. In questa fase è anche possibile, più o meno intensamente, dover modificare il piano operativo, se si dovessero riscontrare macroscopiche carenze. I risultati ottenuti dovranno essere messi a disposizione della cittadinanza, sia ufficialmente sia attraverso normali canali (giornali, radio e televisioni locali, dibattiti, ecc.). La quarta fase è di sorveglianza e mantenimento dei livelli di popolazione di colombi, dei danni, ecc. In caso di modificazioni della situazione si dovrà intervenire secondo lo schema predetto. E' chiaro da quanto esposto che viene a configurarsi la necessità di un servizio permanente di controllo dei colombi di città e viene esclusa la possibilità di interventi di tipo momentaneo o puntuale (anche se intensi). Conclusioni Le attuali conoscenze sulle caratteristiche biologiche dei colombi di città e gli ausili offerti dalla moderna farmacologia contraccettiva forniscono i mezzi atti a controllare i colombi nelle città. Un controllo è inoltre possibile usando sistemi "morbidi", rispettosi della sempre più spiccata sensibilità naturalistica della popolazione e correlati all'esigenza di conservare - sia pure entro certi limiti - una popolazione di colombi nelle città. Infatti la quasi totalità dei problemi loro legati dipende da una popolazione divenuta eccessiva ed è solo l'eccesso numerico che deve essere controllato. E' quanto avviene anche per la popolazione umana, per la quale è l'eccessivo incremento demografico che costituisce un problema. La città ha avuto come abitanti i colombi fin dalle sue prime origini. L'eccessivo proliferare di questi animali è stato la conseguenza di un'errata gestione della città da parte dell'uomo. E' l'uomo che deve intervenire per riportare un equilibrio perduto, con le tecnologie appropriate di cui oggi dispone. (estratto da pagine a cura del Prof. Giovanni Ballerini)
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GATTI DI COLONIA - CONSIGLI PER LA CATTURAL'art. 21, comma 1°, lettere u) e z) della Legge 157/92 vieta l'uso di trappole per la cattura di animali. L'art. 2, comma 8 della Legge 281/91 e l'art. 29, commi 3 e 4 della Legge Regionale 27/2000 prevedono la cattura dei gatti randagi per sottoporli a sterilizzazione, previo il reinserimento nella colonia felina di provenienza una volta eseguito l'intervento. La Legge Quadro sulla caccia, con il suo divieto, non tiene in considerazione il fatto che la cattura dei gatti che vivono in libertà quasi sempre deve essere effettuata mediante l'uso di trappole, non essendovi altri metodi praticabili senza esporre il volontario preposto alla cattura a seri pericoli e ad estenuanti ed infruttuosi tentativi di catturare un felino sovente inselvatichito. Al fine di rimuovere le suddette problematiche abbiamo chiesto al Servizio Veterinario della Regione Emilia Romagna alcune specifiche indicazioni sui comportamenti che dovrebbero tenere i volontari impegnati nelle attività di cattura di gatti di colonia per interventi sanitari o di sterilizzazione. Al fine di evitare che loro attività destinate alla tutela degli animali possano essere erroneamente confuse con il bracconaggio, con sua del 15/4/2008 la Regione suggerisce di operare alle seguenti condizioni: 1. che la colonia risulti registrata presso il Comune 2. che il Comune sia informato in merito alle modalità di cattura 3. che le attività di sterilizzazione dei gatti o gli interventi sanitari facciano parte delle attività programmate dal Servizio Veterinario territorialmente competente, come previsto dall'art. 23 della L.R. 27/2000 4. nel caso ci si avvalga di gabbie, che esse siano riconosciute idonee dal Servizio Veterinario e possibilmente contrassegnate con targhette che ne giustifichino l'uso (p.es. "Gabbia per cattura gatti di colonia") 5. che i volontari siano presenti nell'area di cattura, così da poter immediatamente rimuovere la gabbia una volta catturati i gatti. Nessun animale deve rimanere incustodito in una gabbia di cattura. 6. che i volontari tengano un registro delle attività di cattura e rilascio dei gatti
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DENUNCE PER REATI A DANNO DI ANIMALICon l'art. 3 del DPR 31 marzo 1979 lo Stato ha imposto ai Comuni di effettuare la vigilanza sull'osservanza delle norme generali e particolari in tema di protezione degli animali. Ne consegue che chiunque ravvisi una situazione di mancato benessere degli animali può rivolgersi direttamente alla Polizia Municipale del Comune competente per territorio e chiedere che siano svolti gli opportuni accertamenti onde verificare che gli animali non siano oggetto di maltrattamenti. La Polizia Municipale deve intervenire al fine di accertare se nei fatti segnalati siano ravvisabili violazioni amministrative (Ordinanze Comunali e/o Leggi Regionali) oppure reati puniti dal Codice Penale. Quanto sopra non intende esonerare dagli obblighi di vigilanza sul rispetto delle norme vigenti le altre forme di polizia (Carabinieri, Polizia di Stato, Corpo Forestale, Guardia di Finanza e Polizia Provinciale). Qualora si ipotizzassero violazioni di legge in tema igienico-sanitario si potrà allertare e chiedere l'intervento del Servizio Veterinario dell'AUSL competente (art. 4 Legge Regionale 27/2000). Ricordiamo che in Romagna non sono presenti le Guardie Zoofile dell'Enpa.
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ESCHE AVVELENATEl'Istituto Zooprofilattico di Lombardia ed Emilia-Romagna, che ha sede a Brescia, pubblica un interessante rapporto sul tema delle esche avvelenate. Gli opuscoli si possono richiedere a loro o scaricare qui: Indagini tossicologiche dal 2002 al 2008Indagini tossocologiche 2009 Regione ER
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ARRIVA L'ESTATE: ATTENZIONE ALLA FILARIOSI!Con l'arrivo della bella stagione aumenta il rischio per il cane di contrarre la filariosi cardio polmonare. Questa patologia è causata da un parassita che si trasmette al cane tramite le zanzare e che può provocare danni gravi, anche mortali, sia a livello cardiaco che a carico di altri organi come fegato o reni, dando manifestazioni anche a livello cutaneo. La filariosi non è una malattia "immediata", cioè i sintomi non sono evidenti subito dopo il contatto con una zanzara infetta, ma anzi a volte il cane rimane asintomatico anche per lungo tempo. Infatti il parassita necessita di alcuni mesi dal momento dell'inoculo per raggiungere il cuore, trasformarsi, diventare adulto e moltiplicarsi. Se il cane non ha mai fatto profilassi contro tale patologia o questa è stata eseguita in maniera discontinua od in ritardo, si consiglia un esame del sangue, eseguibile in ambulatoria primo o il giorno stesso dell'azione profilattica. E' consigliabile avviare la pratica di profilassi al momento della comparsa delle prime zanzare; essa è attuabile sia per via iniettiva in ambulatorio (un'unica iniezione che copre tutto il periodo a rischio zanzare) sia per via orale, attraverso compresse o tavolette appetibili da somministrare mensilmente.
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COSA FARE IN CASO DI AVVELENAMENTO DEGLI ANIMALIRavenna, 1 febbraio 2012. Sovente accade che il detentore di animali avvelenati non sappia quale procedura adottare di fronte al tragico avvenimento. L'Ordinanza del Ministero della Salute del 18 dicembre 2008 e successive modifiche e integrazioni, all'art. 1, comma 3, precisa che il proprietario o il responsabile dell'animale deceduto a causa di esche o bocconi avvelenati o che presenta sintomi di avvelenamento deve segnalare il caso alle Autorità competenti tramite il medico veterinario, il quale emette la diagnosi di sospetto sulla base di una sintomatologia conclamata (art. 2, comma 1). In questi casi la segnalazione può essere fatta anche da privati cittadini attraverso le autorità di Polizia Giudiziaria (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardie Forestali, Polizia locale) che provvederanno a richiedere l'intervento dei Servizi Veterinari ufficiali ed a comunicarlo al Sindaco per il seguito di competenza, ai sensi dell'Ordinanza Ministeriale suddetta.
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CANI IN SPIAGGIAAnche quest'anno, con l'avvio della stagione balneare, i rappresentanti di alcune associazioni animaliste si sono precipitati a sbandierare delle primogeniture circa le concessioni, da parte delle Autorità, ad accedere alle spiagge in compagnia del proprio cane. E' bene precisare che, se attualmente in alcune zone si è riusciti ad avere degli stabilimenti balneari capaci d'accogliere il fidato amico a quattro zampe oppure delle spiagge libere ove recarsi con il cane, occorre andare indietro nel tempo di almeno tre lustri. Si deve, insomma, partire da quando, molto tempo fa, le spiagge erano di esclusiva competenza delle Capitanerie di Porto, che ne regolavano la vita. I primi (permissivi) stabilimenti, nella seconda metà degli anni Novanta, si videro in Liguria. Subito dopo partì la Sezione Enpa dell'Aquila (Fiduciariato L'Aquila Centro), la quale ottenne per la spiaggia di Giulianova un'apertura di accesso ai cani di piccola taglia, fino ad un peso limite di 7/8 kg. Contestualmente, il Coordinatore Regionale Enpa dell'Emilia Romagna avviava le opportune pressioni presso le Capitanerie di Porto, ottenendo risposte alquanto diverse: quella di Ravenna, sottoponendo ogni decisione al parere dell'AUSL negava subito qualsiasi apertura; la Capitaneria di Rimini invece, nel 2001, adottò un'ordinanza che, tra vari paletti, prevedeva l'accesso dei cani negli stabilimenti balneari accondiscendenti, con il limite dei 7/8 kg di peso. Netta chiusura presso i Lidi Ferraresi. Va precisato, ad ogni buon conto, che allora, in tutta la Penisola, il detentore di un cane “pizzicato” in spiaggia si vedeva comminare una sanzione di 2 milioni di lire! Con l'arrivo del nuovo millennio le spiagge non sono più state di competenza delle Capitanerie di Porto bensì delle Regioni. Si è quindi tornati alla carica per aprire un varco nelle nuove Ordinanze Balneari della Regione Emilia Romagna. Per smuovere la situazione, il Coordinatore Regionale Enpa coinvolgeva i Sindacati dei Balneari, al cui interno si agitava qualche socio che voleva intercettare i clienti con il cane al seguito e nel 2002 prende l'avvio una serie di prese di contatto con la Regione, la quale si dimostra aperta al dialogo, tant'è che di lì a poco iniziano ad apparire i primi stabilimenti balneari attrezzati all'accoglimento dei cani. Nel giugno 2002 la Sezione Enpa di Ravenna ottiene dall'Amministrazione Comunale la possibilità di mettere a disposizione dei detentori di cani un tratto di arenile libero nei pressi del Lidi di Dante. A seguire, nel febbraio 2003, il Comune di Comacchio rende possibile l'acceso dei cani presso gli stabilimenti attrezzati. Nel 2004 il Comune di Ravenna apre ai cani un tratto di arenile libero in località Casalborsetti e l'anno successivo si apre un altro tratto di arenile libero al Lido di Classe. Di pari passo, anche in questo tratto di costa ravennate, si aprono i primi timidi stabilimenti attrezzati. A conclusione ribadiamo che, se oggi, in alcune delle nostre località balneari, è stato possibile consentire l'accesso ai cani nelle spiagge durante la stagione balneare, questo lo si deve a lunghe trattative condotte, per buona parte, anche dal Coordinamento Regionale Enpa dell'EmiliaRomagna. A seguire – da nord a sud - gli stabilimenti balneari della nostra Regione meglio attrezzati per accogliere i cani ed i loro detentori: Provincia di Ferrara Bagno Vela (Lido degli Estensi) Baia di Maui (Lido di Spina) Provincia di Ravenna Over Beach (Casalborsetti) Aloha Beach (Marina Romea) Provincia di Forlì-Cesena Bagno Mundial (Zadina di Cesenatico) Bagno Wanda (Cesenatico) Fido Beach (San Mauro Mare) Provincia di Rimini Bagno 81 No Problem (Rimini) Bagno Matteo (Rimini) Bagno 80 Lamberto (Rimini) Beach 33 (Rimini)
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A CHI RIVOLGERSI?“ A chi telefono?” Questo è l'interrogativo più ricorrente allorquando un cittadino si trova di fronte un animale incidentato o vagante. Ogni Comune italiano affronta il problema oppure, spesso, lo ignora, dato che non esiste un numero telefonico unico per tutta la Penisola. In Emilia-Romagna il più delle volte ci si rivolge alla Polizia Municipale la quale, specie nelle piccole realtà, è reperibile solo negli orari d'ufficio. Nella Provincia di Ravenna la reperibilità è organizzata così come specificato qui di seguito. Prendetene buona nota: Alfonsine, Bagnacavallo Bagnara di Romagna Conselice Cotignola Fusignano Lugo Massa Lombarda Sant'Agata Associazione Cinoservizio (presso canile di Bizzuno) 348/5148178 Brisighella Castel Bolognese Casola Valsenio (selvatici esclusi) * Faenza (oppure **) Ravenna (solo cani) *** Russi Solarolo Associazione Amici degli Animali 348/3550012 (H24) * Casola Valsenio (per i selvatici): 349/0599653 Castel Bolognese Polizia Municipale 0546/655855 0546/655852 Cervia Polizia Municipale 0544/979251 ** Faenza Polizia Municipale 0546/91400 *** Ravenna (per gatti): Sirotti Lorella 335/204013 Riolo Terme Polizia Municipale (operatore del servizio tecnico) 335/204013 Riteniamo che una rilevante conquista sarebbe quella di ottenere un numero unico per tutta l'Italia, così come accade pertanti servizi. In alternativa il numero telefonico 118 potrebbe fornire le indicazioni utili nell'arco delle ventiquattrore. Se tante norme, in questi anni, sono state adottate dallo Stato e dalle Regioni in difesa degli animali e per regolamentarne la detenzione da parte dei cittadini e degli enti locali, non si capisce il motivo per cui non si provveda a bonificare questa lacuna di rilevante importanza. Il cittadino ha il sacrosanto diritto di usufruire di un servizio pubblico al quale rivolgersi per segnalare la situazione di pericolo in cui si trova un animale
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