top of page

Al nostro ufficio sono pervenute delle richieste di informazioni relative all’uso di dispositivi dissuasori ad ultrasuoni che sarebbero posizionati da taluni, cagionando non di rado un grave disturbo e fastidio ai cani.

Riportiamo qui di seguito alcune informazioni utili per meglio comprendere il fenomeno e come affrontarlo.

I dispositivi dissuasori ad ultrasuoni, seppur commercializzabili, sono dannosi per i cani, e ancor più se direzionati verso le proprietà vicine e posti ad una distanza tale dalle stesse, da recare fastidio ed impedire ai cani di muoversi e sostare in giardino, provocando loro stordimento e paura.


Normalmente le “istruzioni” fornite, da chi vende questi prodotti, affermano

che: “l’apparecchio emette un forte suono ad ultrasuoni […] molto fastidioso per i cani […] la maggior parte dei cani risulta sensibile alla frequenza intorno a 23kHz e il dispositivo emette una frequenza fissa tra 22kHz e 25kHz […]”.


Andrebbe anche preventivamente verificata la sensibilità di frequenza agli ultrasuoni dei cani prima di installare il dispositivo, i quali animali potrebbero essere sensibili già a frequenze molto più basse, cosicché la frequenza fissa summenzionata sarebbe dannosa.

Da ricerche effettuate si è infatti appreso che l'Ordinanza sulla protezione degli animali (OPA) del 23 aprile 2008, art. 76, cpv. 1 e 2, vieta l'utilizzo di dispositivi ad ultrasuoni quando gli animali, cani in particolare, non possono sottrarsi all'azione di questi apparecchi.


Ancor più specificamente, sottolineiamo che l'uso di tali dispositivi non è vietato dalla legge SOLO se l'azione repellente è esercitata su animali che possono evitare tali suoni (ad esempio, se per salvaguardare il proprio giardino un proprietario colloca un dispositivo con una potenza tale che gli ultrasuoni possono essere uditi dagli animali indesiderati solo quando questi sono all'interno della proprietà, l'uso è corretto). Al contrario, se gli ultrasuoni sono udibili anche nelle proprietà confinanti ciò non è consentito.

In breve: il fatto che l’apparecchio sia in commercio, non ne giustifica un uso improprio.

    

 

Ravenna, 27 Febbraio 2024                     

Enpa Sezione di Ravenna ODV

Carissimi,

il 2023 è stato un anno veramente pessimo per la fauna selvatica. Il Governo Meloni si è dimostrato per quello che è: portavoce delle lobby estremiste dei cacciatori, degli armieri, degli allevatori, di quell’associazionismo agricolo – Coldiretti in testa – che fa terrorismo e allarmismo del tutto ingiustificato contro gli animali, ignora la scienza e stravolge le leggi. Ormai, il quadro è chiaro: demolire le normative nazionali in materia di biodiversità, a partire dalla  157 del 1992 sulla tutela della fauna fino alla 394 del 1991 sui parchi.Fauna non più patrimonio dello Stato,ma  business,con una filiera della cosiddetta “selvaggina”.


Piuttosto che l'iniziativa parlamentare,a parte alcune proposte per uccidere orsi e lupi, tutto è gestito dal governo,in primis dal ministro dell'Agricoltura Lollobrigida,a suon di emendamenti di deregulation venatoria su leggi e decreti– come avvenuto nella legge di Bilancio dello scorso anno  e nel decreto "Asset" qualche mese fa.La buona notizia è che la Commissione Europea ha annunciato l’apertura di una procedura di infrazione proprio sull’inserimento nella legge di Bilancio 2023 degli emendamenti “caccia selvaggia”. Altre contestazioni arriveranno tra breve. Alcune delle orribili novità del 2023:


- dalla gestione faunistica (art. 19 della legge 157/92) scompaiono i metodi ecologici e la prevenzione per evitare conflitto tra fauna e attività  umane;


- scompare il mondo scientifico e l’ISPRA;


- i cacciatori divengono gli unici   attori del controllo faunistico;


- con il pretesto del controllo, spari possibili in parchi e città;


- viene introdotto un Piano quinquennale di gestione della fauna che autorizza abbattimenti con ogni mezzo, perché non si applicano i divieti dell’art. 21 della legge nazionale. Ciò significa: veleni, esche, richiami vivi  reti, visori notturni, spari da imbarcazioni, e in ogni luogo, anche nel giardino di casa propria;


- è stato riesumato il Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale,previsto come organo consultivo dalla legge 157/92,ma ora dotato dal governo di notevoli poteri,dove siamo presenti per legge come i soli  a difendere gli animali. Oggi Il Comitato è formato in schiacciante  maggioranza dal fronte delle doppiette e  fornirà pareri sui calendari venatori, al pari di ISPRA: l’istituto scientifico di riferimento,che viene messo all’angolo;


- piombo nelle zone umide. Il Governo, contro l’Europa e nonostante l’apertura di una procedura “PILOT da parte dell’UE, ha definito in maniera del tutto arbitraria il concetto di zona umida per consentire ancora l’uso del piombo in laghi,fiumi e corsi d'acqua, continuando ad avvelenare ambiente e animali, oltre che persone;           il bavaglio ai TAR.il governo Meloni, per impedire alle associazioni di “fermare” la caccia, è intervenuto anche sui ricorsi ai Tribunali  amministrativi:  viene impedito ai Giudici di ricorrere allo strumento della sospensiva cautelare dei calendari  venatori  e quindi occorre attendere il merito-cioè alcuni mesi,in cui la materia del contendere è già finita, - e la  caccia, con tutta probabilità,ormai  chiusa.


Nel drammatico quadro sopra esposto vanno inserite anche tutte quelle leggi regionali incostituzionali che il Governo non ha voluto impugnare davanti alla Corte Costituzionale - in particolare per la Lombardia in merito ai richiami vivi e quelle contro  lupi e orsi delle Province Autonome di Trento e Bolzano.


I giuristi, nel convegno “Costituzione e animali selvatici” che a dicembre ci ha visti tra le sigle promotrici, hanno sottolineato come tali scelte violino la nostra Costituzione e in particolare l’art. 9, per cui  lo Stato “Tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.”


Continueremo a lavorare incessantemente per tentare di fermare questa ondata di barbarie nei confronti dei selvatici e dell’ambiente.Un buon segnale arriva dall’Europa ,che,come si è detto,ha annunciato l’apertura di una procedura proprio su “caccia selvaggia”, altre  contestazioni seguiranno.


Rimaniamo a disposizione per ulteriori chiarimenti.Buon anno a tutti voi e naturalmente,agli animali selvatici.

Grazie.


Andrea Brutti

Ufficio Fauna Selvatica

063242873  3465028623

Seguici sulla nostra pagina facebook: www.facebook.com/enpaonlus

E sul nostro sito istituzionale: www.enpa.it


DONA IL TUO 5 PER MILLE ALL'E.N.P.A. Codice fiscale: 80116050586


Di recente la Provincia di Ravenna ha stipulato un accordo con l’ATC per il piano di contenimento di alcune specie di animali, tra cui nutria, volpe, tasso e istrice, accusandoli di essere tra le cause del dissesto degli argini dei fiumi. Il compito di attuare questa “diminuzione di presenze” appartiene alla Polizia Provinciale, la quale potrà ricorrere a degli operatori abilitati.

Siamo particolarmente indignati per il fatto che si sia voluto mettere sul banco degli imputati le suddette specie animali, accusandole di essere le responsabili della creazione di tane e scavi capaci di contribuire in maniera eclatante al danneggiamento degli argini fluviali.

Le sopra citate bestiole sono autoctone e quindi da sempre presenti sul nostro territorio, ad eccezione della nutria la quale fu introdotta dalla stupidità umana importando tali mammiferi dal Sud America.

Esprimiamo pertanto il nostro più profondo sdegno per l’accordo stipulato tra la Provincia e l’ATC, eufemisticamente definito “piano di contenimento”.

Riteniamo che sarebbe cosa saggia ed opportuna se gli enti preposti si attivassero per meglio curare le condizioni degli argini, tenere puliti i rivali e rimuovere i tronchi che ostruiscono il corso dell’acqua, lasciando in pace nutrie volpi, tassi e istrici.

 


ree


Ravenna, 10 Novembre 2023                                                                            

Enpa Ravenna ODV

bottom of page