Con vivo stupore ci è capitato di leggere dei messaggi che propongono al Comune di procedere allo sterminio delle cicale in quanto infastiditi dal loro frinire.
La richiesta ci pare sciocca ed indisponente dato che questi animaletti tipici dell’estate producono una “molestia” limitata ad un paio di mesi.
Le orecchie sensibili di certe persone infastidite farebbero bene a rivolgere i loro strali contro chi guida motorini smarmittati, effettua degli schiamazzi notturni e così via.
Le cicale così come le lucciole, i grilli e i piccoli insetti presenti nelle nostre aree verdi, patiscono già di per le conseguenze dell’uso degli anticrittogamici e della cementificazione, ragion per cui troviamo quanto mai stupido proporre lo sterminio di detti insetti.
Le Cicale
Cominciano agli ultimi di giugno, nelle splendide mattinate; cominciano ad accordare in lirica monotonia le voci argute e squillanti. Prima una, due, tre, quattro, da altrettanti alberi; poi dieci, venti, cento, mille, non si sa di dove, pazze di sole; poi tutto un gran coro che aumenta d’intonazione e di intensità col calore e col luglio, e canta, canta, canta, sui capi, d’attorno, ai piedi dei mietitori. Finisce la mietitura, ma non il coro. Nelle fiere solitudini sul solleone, pare che tutta la pianura canti, e tutti i monti cantino, e tutti i boschi cantino… pare che essa la terra dalla perenne gioventù del suo seno espanda in un inno immenso il giubilo de’ suoi sempre nuovi amori co’l sole.
Giosuè Carducci
Ravenna, 28 luglio 2021
Enpa Sezione Provinciale di Ravenna Onlus